In caso di impresa familiare, il convivente ha diritto ad una retribuzione?

Una volta era esclusa la remunerazione del familiare per la prestazione resa nell’impresa familiare in ragione di una presunzione di gratuità che nasceva dal vincolo affettivo.

Successivamente, l’introduzione dell’art. 230 bis c.c. ha eliminato il principio di gratuità. Ma il predetto articolo può essere utilizzato a favore del convivente solo se sussiste la prova  di un preesistente rapporto di lavoro e la prova del rapporto di continuità della prestazione eseguita dallo stesso.

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Nel momento in cui il giudice annulla, con sentenza, l’assegnazione della casa familiare al coniuge non proprietario per sopravvenute modifiche della situazione socio-economica del figlio ( che da non autosufficiente è divenuto autosufficiente), quali sono le azioni più brevi da compiere per rientrare in possesso del proprio bene se la controparte non vuole abbandonare la casa?

E’ necessario compiere un atto di precetto per la concessione di beni immobili ex art. 605 c.p.c., quando si è già muniti di una sentenza